martedì 24 maggio 2011

Napoli in Champions League dopo 21 anni. Grandissimi ragazzi!


Volevo dedicare un articolo di questo blog allo sport. E' da un bel po' che non scrivo nulla a proposito del calcio e l'ultima volta che lo feci non ne parlai certo bene. Ora vorrei dire due paroline sulla promozione del Napoli in Champions League dopo 21 anni, dai tempi di Maradona. Dopo una stagione molto bella dal punto di vista dei risultati, il Napoli ottiene questo bellissimo risultato,a coronamento di un ciclo iniziato nel 2004, con il fallimento della società, l'acquisizione di De Laurentiis, due anni passati in serie C, uno in B e 4 anni di A. Il campionato 2010/11 si è aperto con le solite incertezze riguardo la squadra e agli acquisti, ma alla fine il tutto si è concluso per il meglio dopo addirittura due settimane passate al secondo posto, a 3 punti dalla prima, a sognare lo scudetto. Il Napoli perse tutto nella partita interna contro l'Udinese persa 2-0, dopo di che perseguì una striscia davvero negativa ma che gli ha permesso, alla fine nella partita-biscotto contro l'Inter, di accedere alla Champions League senza passare per i preliminari, risultato davvero impensabile fino a poco tempo fa. Ora il Napoli deve andare al cospetto delle grandi squadre europee del calibro di Manchester United, Barcellona, Real Madrid e Bayern Monaco. E' un risultato prestigioso ed importante che il Napoli meriterebbe solo per il grandissimo pubblico che sempre lo sostiene. E' stato l'unico in Italia ad aver superato il milione di spettatori complessivi senza contare le presenze medie di 50.000 spettatori nelle partite di serie C e le mastodontiche ma umilianti trasferte nelle serie C e B a Teramo, Chieti, Cittadella, Gela, Spezia, Frosinone, Treviso e quant'altro (con tutto il rispetto per queste città e con queste tifoserie). Qui di seguito trovate un video che raccoglie tutti i gol del Napoli di questa stagione bella e fortunata pur con le sue sbavature.




Ma io volevo analizzare anche un altro aspetto. Come già detto nel precedente articolo, ma credo che non ci voglia un genio per capirlo, il calcio non è più il romantico sport degli anni 60 e 70, bensì è un giro di affari e di soldi. Il Napoli è la squadra meridionale con il palmares più fornito e l'unica ad aver vinto almeno uno scudetto al sud di Roma, nonché l'unica squadra meridionale ad aver vinto almeno una coppa europea. Questo potrà essere un prestigio e un motivo di grandissima pubblicità per la città. Inoltre, se si inizia un ciclo virtuoso stabile con una squadra che ogni anno lotta almeno per il quarto posto utile per la Champions, potrà acquistare tifosi anche non napoletani e potrebbe far sì che le generazioni di juventini, milanisti, interisti e romanisti nate negli anni 90 (anni bui per la Napoli calcistica, che vedeva la propria squadra sempre oscillare tra la serie B e la lotta per la salvezza) abbiano una fine. Chissà, forse così facendo i cittadini di Napoli potrebbero acquistare quell'amor proprio e quell'affezione alla città che tanto manca oggi come oggi. Non è un semplice sport il calcio, lo dobbiamo constatare, e il fatto dei brogli perfettamente normali e quasi legittimi all'interno di campionati, partite e designazioni, non lo rendono meno valido. Il calcio svolge un ruolo sociale nel bene e nel male. E' sicuramente un male quasi insanabile il livello di fanatismo raggiunto da molti tifosi, dediti quasi esclusivamente alla propria squadra 7 giorni su 7, magari anche da operai, disoccupati, cassintegrati e precari che spendono la metà di quel poco di stipendio o di assegno di previdenza che gli arriva in abbonamenti e in spese di trasferta. Questa gente esiste, e formano una cospicua parte soprattutto su internet. Li potete facilmente riconoscere dal livello di ignoranza e di odio gratuito e ingiustificato che trasudano. Talvolta, essi si spacciano anche per promulgatori di fede politica: alcuni si dichiarano fascisti pur odiando a morte cittadini e zone d'Italia, della loro stessa patria che il loro osannato Duce dice di essere intoccabile; altri invece giurano di essere comunisti pur sostenendo una squadra di calcio e quindi una delle massime espressioni di quel capitalismo che tanto dicono di odiare ma di cui sanno dire poco salvo qualche slogan. Questa gente, alienata da qualsiasi rapporto umano e sociale, è una delle tante metastasi mondiali (sarebbe pretestuoso circoscrivere il fenomeno unicamente all'Italia). Altro aspetto negativo è costituito dagli stipendi milionari che percepiscono i calciatori e la loro avidità nel volerne sempre di più. E' un'autentica bestemmia verso chiunque abbia lavorato un minimo in tutta la sua vita. Ancora è un male tutto il giro di denaro sporco che vi ruota intorno oppure immigrati che si trovano in Italia da tre giorni e già si trovano con il permesso di soggiorno mentre un altro immigrato è costretto a lavorare per anni e anni per un permesso che non vedrà mai.

Ma ci sono anche alcune cose positive nel calcio. E' un forte collante se preso nel modo giusto. Nulla fa unire le famiglie in un giorno normale come una partita importante di calcio della propria squadra o della nazionale. Per alcune famiglie con problemi, le partite sono dei momenti di distrazione e di aiuto per venire fuori dalla loro difficile condizione. Vedere una bella partita di calcio dopo una mattinata di studio intenso è una delle cose più rilassanti che ci siano, non importa se la squadra vinca o no. L' importante è sostenerla sempre e in qualsiasi situazione. Sì, perché il calcio è sostegno, è campanilismo, è amore per la propria città e la propria terra. Detto questo, concludo dicendo che il Napoli ha raggiunto un ottimo risultato ma non può assolutamente permettersi di poggiarsi sugli allori altrimenti si rischia di fare la fine della Sampdoria: dai preliminari di Champions alla serie B. Speriamo che non sia così, i tifosi hanno già sofferto troppo.

FORZA NAPOLI!

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