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giovedì 16 giugno 2011

Referendum abrogativi del 12 e 13 giugno 2011. Dichiarazioni di un votante pentito.

Ennesima tornata elettorale da affrontare per l'Italia. Questa volta gli oggetti della votazione sono stati quattro quesiti abrogativi sulle norme vigenti in materia di gestione di servizi idrici, realizzazione di centrali nucleari sul territorio e di legittimo impedimento per Presidente del Consiglio e i suoi Ministri

. La vittoria del sì era scontata, bastava fare un giro su Facebook o su You Tube per ammirare la notevole mole di messaggi propagandistici presenti in ciascuna pagina, oppure osservare la feroce campagna del Comitato per il Sì e la partecipazione alle loro manifestazioni, e difatti il sì ha vinto con una maggioranza senza precedenti: si va dal 94% dei sì sul quesito a proposito del nucleare al 96% del legittimo impedimento, passando per il 95% sui due dell'acqua.

Cosa ancora più strana, dopo 16 anni si raggiunge il quorum (57% circa) nonostante il conteggio degli italiani residenti all'estero abbia fatto calare la quota di due-tre punti. Il risultato, in ogni caso, parla chiaro: le quattro leggi approvate dal Parlamento sono state bocciate.

Io, nonostante abbia sempre inneggiato all'astensione e al non-voto, stavolta mi sono illuso e sono andato a votare per la prima volta nella mia vita. Ho ritirato tutte le schede, ma mi sono astenuto sulle prime due a proposito dell'acqua (ho scarabocchiato sopra in modo che le annullassero) e ho votato sì a quelle sul nucleare e legittimo impedimento.

C'era ancora una vocina nella mia testa che diceva:" Pensa, caro mio, pensa con la tua testa, non con la bocca di un ex comico entrato in politica per far vincere il populismo o di un ex ministro che fa propaganda solo per recuperare il suo posto perso dopo 20 anni ". Fortunatamente, l'ho ascoltata solo in parte e ho deciso di astenermi dal rispondere al quesito sull'acqua. Esso, infatti, richiedeva una grandissima preparazione economica e di logiche di mercato, e mi piacerebbe sapere cosa sanno di liberalizzazione del mercato i 25 milioni di professorini che hanno risposto sì. Ora l'Italia, dopo essere il Paese del sole, della pizza e dell'amore è anche il Paese dell'economia.

Ma non fraintendetemi, io non so assolutamente nulla di certe cose e questo mi ha spinto ad astenermi da qualsiasi giudizio, però se qualche laureato in Economia e Commercio, Scienze Politiche avesse optato per il sì (o per il no) non ho nulla da obiettare. Chapeau! Io però non faccio parte di quella schiera e ,fortunatamente, nemmeno di quelle che hanno votato sì per andare contro Berlusconi, per sentito dire o perché così fan tutti.

Diverso il discorso sul nucleare e il legittimo impedimento: sul primo ho già espresso le mie opinioni, in tempi non sospetti, qualche mese fa; sul secondo non c'era neanche bisogno di pensarci: bisognava votare sì e basta e far sì che Berlusconi vada in carcere una volta per tutte. Io, quindi, ho commesso l'errore di andare a votare e di esprimere la mia preferenza per queste leggi.

Io ero convinto di dover votare per esprimere il mio accordo o disaccordo con determinate leggi. Ho messo da parte la mia coscienza astensionista convinto che la politica non c'entrasse, che questo non era l'ennesimo banco di prova per Berlusconi. Pensavo di poter adempiere al mio dovere di cittadino in maniera diretta, di decidere con le mie mani le sorti della mia terra e l'idea mi entusiasmava alquanto. Ma sono stato disilluso nel momento in cui ho visto i risultati sullo speciale del Tg 3.

Ho dovuto sorbire un essere patetico (consentitemi il termine) come Rosy Bindi andare in escandescenza perché Giuliano Ferrara (uomo che non stimo affatto, ma non si può negare che sia una persona di cultura) ha mosso la critica alla sinistra di non essere in grado di costituire un' alternativa seria a Berlusconi, ho dovuto sopportare Bersani che definiva il voto politico e invitava Berlusconi a dimettersi perché l'esito del referendum voleva dire che non aveva più la maggioranza.

Questa è una strumentalizzazione vergognosa di un voto che davvero, potenzialmente, esprime la volontà popolare. In occasione dei referendum (metodo che in Italia viene usato una tantum mentre è prassi comune in Svizzera o negli Usa), il cittadino ha davvero la possibilità di decidere il proprio futuro con le sue mani, senza alcun tipo di intermediazione o di imposizione delle oligarchie di partito.

Credo sia oggettivamente inaccettabile che una persona cerchi di sfruttare al massimo una condizione che lo vede "vincitore", che lo vede in cima a quell'onda del malcontento che tenta di cavalcare. Io ero convinto di aver votato una legge di interesse comune, che andava al di là di divisioni tra destra e sinistra, ma sono stato profondamente ingenuo. Il mio voto si è trasformato alchemicamente in un consenso alla sinistra. Stiano pur certi i signori al governo che si sono giocati il mio voto, questa volta per sempre.

mercoledì 16 marzo 2011

Perchè il nucleare sarebbe un fallimento in Italia


Dopo la tremenda catastronfe in Giappone, i soliti sciacalli di sinistra approfittano di questra indicibile tragedia per attaccare Berlusconi sulla sua legge a favore della diffusione di centrali nucleari in Italia. Nonostante io sia alle prese con i festeggiamenti della falsa unità d'Italia già da un bel po', il Giappone è un punto fisso nella mia mente perchè è un guaio mondiale, non solo giapponese.

Nella notte italiana tra venerdì e sabato, un tremendo terremeto di 8.9 -9.0 gradi della scala Richter ha colpito il Giappone. Finora nulla di preoccupante dato che i terremoti di magnitudo non inferiore a 6.0 gradi sono all'ordine del giorno. C'è un'organizzazione, un progresso e un avanzamento che l'Italia può solo vedere nei suoi sogni più belli. Nell'istante in cui il terremoto viene percepito, la popolazione viene avvertita con degli sms in un intervallo tra i 40 e gli 8 secondi prima della scossa, inoltre vengono annunciate le scosse con altoparlanti nella città, le metropolitane si fermano, le centrali nucleari si stoppano. Riescono a fermare tutto il Paese in uno schiocco di dita per poi riprendere la sessione come se nulla fosse (da dire che se la scossa è minore di 3.0 gradi Richter, non viene nemmeno segnalato. Il terremoto all'Aquila del 6 aprile 2009 era "appena" di 5.9 gradi e i danni sono ancora sotto gli occhi di tutti dato che nessuno si dà la pena di ricostruire. Dopo la super-scossa, il Giappone ha avuto almeno altre 4 scosse di circa 7.0 gradi e non hanno fatto alcun danno). No, il Giappone è riuscito a sostenere anche un terremoto così tremendo. Il problema è stato lo tsunami. Si sono registrate onde di almeno 10 metri di altezza con una forza spaventosa travolgendo centinaia di piccoli paesi e la prefettura di Miyagi, sommergendo interamente le 260 isole che costituivano l'arcipelago di Sendai. E' stato il quarto terremoto più forte della storia e i morti accertati sono circa 3mila. Ma, purtroppo, la tragedia non finisce qui.

A complicare la situazione ci hanno pensato le centrali nucleari presenti sul territorio. Le centrali nucleari più avanzate (e potete star certi che il Giappone aveva le migliori possibili) hanno attivato il sistema di autospegnimento. Ma lo tsunami e le successive scosse a ripetizione hanno fatto sì che il nocciolo si danneggiasse. Ma prima chiariamo come funzione una centrale nucleare, almeno per sommi capi: le centrali nucleari sfruttano un processo fisico-chimico chiamato fissione ossia la scissione del nucleo di atomi pesanti (di solito l'uranio o il plutonio) per creare atomi più piccoli e leggeri e sfruttare l'immensa energia liberata. Questo processo avviene in una porzione chiamata nocciolo che funge la funzione di preservare le scorie e le radiazioni che scaturiscono da questo processo. Quando il nocciolo fonde, è come se il tutto avvenisse senza protezione per cui l'ambiente sarà inevitabilmente ed eternamente contaminato. Sarà morto e rimarrà tale per un periodo quasi infinito. Ma non solo, grazie ai processi di condensa e con la formazione di nuvole, tutto il mondo sarà contagiato. Tale è stata la sciagura di Chernobyl, in aprile del 1986. Ormai in Italia si sorvola sulla tragedia e si dà la colpa di tutto questo all'uomo. Si criticano aspramente i piani del governo che prevede un impianto nucleare in Italia con una legge dell'aprile 2008. Proprio a questo proposito, il 12 giugno 2011 ci sarà il referendum a favore dell'abolizione della suddetta legge.

Io penso che ci siano ben poche persone capaci di dare una risposta completa e dettagliata su come funziona sul serio una centrale nucleare. Penso che sia inutile improvvisarsi professorini. Ora espongo il mio punto di vista: il nucleare è un grandissimo segno di civiltà e di progresso. E' segno di avanzamento tecnologico e culturale. Con delle centrali nucleari, l'Italia si renderebbe finalmente indipendente dal petrolio (e così davvero si darà uno schiaffone a Gheddafi e gente come lui), dalla schiavitù del gas dall'Est Europa e dalle nocive, pericolose e centomila volte più inquinanti e infette discariche, per non parlare dei vari inceneritori chiamati termovalorizzatori per dare un nome più bello. Inoltre, la Svizzera, la Francia e la Spagna sono piene zeppe di centrali nucleari, per cui l'Italia è comunque in pericolo, centrali nucleari o meno. Le scorie e le radiazioni sono facilmente smaltibili, la Svezia e altri Paesi scandinavi ne sono l'esempio più lampante. Diremmo addio al giogo delle energie esauribili. Io sono del parere che qualsiasi cosa sia giusta purchè fatta per bene. Anche i termovalorizzatori sarebbero perfetti se fossero davvero tali. Questo in Italia non è possibile, pertanto, costruire centrali nucleari sarebbe un autentico suicidio. Avremmo fusioni del nocciolo con una media di una volta ogni 6 mesi, ogni singola area del territorio sarà devastata e avvelenata dalle scorie e dalle radiazioni oltre i quotidiani carichi di rifiuti industriali, di amianto, di toner per stampanti delle aziende del nord sepolte nelle campagne del casertano. La mafia e la camorra prenderebbero il jackpot ancora di più di come fa oggi con le discariche, con l'edilizia e con i vari settori industriali e agricoli. E' impossibile che una centrale nucleare italiana sia a norma di sicurezza, il personale sarebbe poco e male istruito dato che sono rarissime le facoltà universitarie di questo settore.

Detto ciò, io ribadisco di essere assolutamente favorevole all'energia nucleare (un mio progetto è di diventare un tecnico in una centrale), ma in Italia è un progetto assolutamente irrealizzabile. Al referendum del 12 giugno io voterò assolutamente SI'.


P.S.= Vorrei segnalare un'iniziativa. Da Tim, Vodafone, Wind, Tre, CoopVoce, Tiscali o da telefono fisso Telecom, Infostrada, Fastweb, Teletu e Tiscali si può donare 2 euro alla CRI mandando un sms al numero 45500