lunedì 7 giugno 2010

Intercettazioni telefoniche:sono davvero utili o no?

Sicuramente in questo periodo si è parlato,come non mai,di intercettazioni telefoniche.Riflettiamo.Sono giuste?Si può rinunciare alla nostra privacy,e quindi alla nostra libertà?Quasi tutti i partiti vicino al centrosinistra vedono le intercettazioni telefoniche come qualcosa di indispensabile al fine di far giustizia ma siamo davvero disposti a perdere la nostra libertà?La libertà è sacra e quindi anche la nostra privacy.Se qualcuno intercetta una telefonata di una coppietta serenamente sposata,nega a quelle persone il diritto di tenere per sè la loro felicità.E le intercettazioni telefoniche,ricordiamo,sono solo una prova in più da poter contaminare se non è di gradimento di qualche potente.Le intercettazioni telefoniche sono delle transenne alla nostra libertà già sufficientemente limitata in questi anni così difficili per il Paese.Queste cose sono sapute da tutti e sono concetti universalmente comuni.Il punto di cui vorrei discutere con voi è: vale o meno la pena di perdere la nostra libertà?Potrebbe essere utile?Come sempre,nella vita,credo che bisogna riflettere al fine di non lasciare niente al caso e di sfruttare al meglio la mente umana che credo sia la creazione più perfetta di Madre Natura.Analizziamo i pro e i contro:sicuramente,con delle intercettazioni alla mano,qualche magistrato serio potrà compiere al meglio il proprio lavoro.Con le intercettazioni telefoniche,avremo dati seri e concreti per sbugiardare l'infingardagine e la disonestà di chi è al potere in questo momento.Eppure non sembra che si siano ottenuti risultati durante tutti questi anni.Anzi,al momento sono state più utili a completare il quadretto del nostro premier vittima delle "toghe rosse" che ad altro.Le intercettazioni sono servite solo per sventare crimini ordinari,segno che non potranno mai essere utili contro qualcuno di davvero importante.O meglio,sono servite contro moltissimi esponenti della politica,ma non sembra che ci siano stati grossi risultati.Il "capo" è ancora lì ad adottare la sua politica anticostituzionale e antidemocratica.Sinceramente non capisco come mai Berlusconi sia così accanito,in questi ultimi tempi,contro le intercettazioni dato che queste ultime non hanno mai comportato grossi danni nè a lui nè a nessun altro.Certo,sarebbe una sicurezza in più per lui se facesse i suoi crimini in santa pace.Gli eviterebbe molte noie e,se si venissero a sapere le sue malefatte,potrebbe perdere qualche elettore(e ciò sta già accadendo.Lo saprà chi ha letto La Repubblica di domenica 6 giugno)e questo è un rischio che non può correre.Eppure ci saranno sicuramente legioni di stupidi,rimbambiti dalla sua televisione e dalle sue notizie censurate e modificate all'occasione,che lo vedranno ancora più come un eroe,come un santo,come il grande combattente che,calunniato da tutti,ha salvato l'Italia dal comunismo (anche se non si è mai capito quando ci sia stato il comunismo in Italia).In sintesi,questa faccenda delle intercettazioni per il nostro presidente,è la solita vicenda che porta lati positivi e lati negativi.Non si riesce a capire il motivo di tanto accanimento.Quindi,credo sia un fatto appurato che le intercettazioni telefoniche servano a ben poco.I magistrati,come ho detto,si oppongono fermamente a tutta questa legge,indicendo persino uno sciopero per il venerdì 1°luglio 2010.Sono scettico davanti a tutto questo presunto materiale che verrà loro sottratto.I risultati ottenuti sono ben pochi e mi meraviglio che delle persone oneste e sincere come Di Pietro e De Magistris si stiano opponendo con tanta ferocia.In sostanza:nel panorama politico italiano,con o senza intercettazioni,non cambierà nulla.Proviamo ora ad immaginare come sarebbe la nostra vita senza intercettazioni.Io,in tutta onestà,parlo con un groppo alla gola fatto di imbarazzo e rabbia ogniqualvolta che mi capita di avere una conversazione telefonica.Lo stesso quando navigo sulla rete,strumento indispensabile per far sentire la propria voce e farla in barba a questa dittatura mascherata.Difatti invito tutti voi di inserire meno informazioni personali possibili in rete anche se serve a ben poco.Non so quanti di voi abbiano letto "1984" di Geroge Orwell (se qualcuno non l'ha fatto,consiglio vivamente di colmare la lacuna).Senza portare la faccenda troppo per le lunghe,il mondo descritto nella distropia del libro è governato dal Big Brother,il capo assoluto ed indiscutibile del Partito,che è un incrocio tra Hitler e Stalin e lo vedete proprio sopra la mia intestazione.Esso spia tutti con telecamere,microfoni e radio.Tutti devono amarlo,in tv si danno solo le nostizie volute da egli stesso al fine di far passare la bugia per verità.Tutti sono sotto controllo 24 ore al giorno.Inutile dire che questo scenario è attualissimo al giorno d'oggi.Basti pensare alle miriadi di satelliti che ci spiano continamente oppure ai mostruosi archivi in cui le nostre telefonate e i nostri sms vengono custoditi chissà dove e chissà da chi.Chiunque,in qualsiasi momento,è in grado di impadronirsi della nostra vita.Ma non dilunghiamoci oltre.Le intercettazioni telefoniche legalizzate mi danno un senso di vuoto e di prigionia.E' come se non potessi essere più libero ovunque io sia.Già i cellulari sono degli ottimi strumenti di individuazione,figuriamoci se le intercettazioni venissero persino rese legali.Non mi fraintendete,io non faccio parte di nessuna oragnizzazione segreta nè a delinquere nè tantomeno sono un socio,membro o compagno di un circolo segreto.Ritengo solo che la nostra privacy,la nostra libertà e la nostra incolumintà siano dei valori imprescindibili.Eppure,rinunciando ad essa,ci potrà essere una minima speranza di mandare a casa il governo e di vedere finalmente Berlusconi saldare i tanti conti in sospeso con la legge.Allora questo cosa vuol dire?La giustizia reale non coincide con la giustizia morale e idealistica.Il bene allora fa davvero bene?Oppure il bene,a volte,fa anche del male?L'analogia più grande che io possa fare per l'odierna situazione è la Guerra di Secessione Americana (1861-1865).Ricordiamo che la causa principale fu la volontà di abolire la schiavitù da parte degli Stati del Nord contrariamente alla Confederazione del Sud.Indubbiamente i nordisti,in quell'occasione,avevano tutte le ragioni morali,ma siamo sicuri che l'abbiano fatto per amore di giustizia?Oppure per volontà di nuocere alla Confedrazione la cui economia e ricchezza si basava quasi esclusivamente sulla coltivazione dei campi da parte della manodopera schiavista?La giustizia può essere manipolata da persone senza scrupoli per far loro passare come uomini di giustizia dal popolo bue e ignorante.La stessa situazione è la nostra,fratelli:le intercettazioni telefoniche e la conseguenziale perdita della privacy non sono giuste.Berlusconi non è affatto un uomo di giustizia,anzi è lo stereotipo platonico dell'ingiustizia,ma si batte per una giusta causa.Ma lo fa per amor proprio o per amor di giustizia?Penso che sia indiscutibilmente la prima ipotesi.Ma allora la giustizia è sempre da applicare?E' giusta una giustizia radicale?(scusate il gioco di parole)La giustizia allora diventerebbe ingiustizia e viceversa.Qual è la soluzione?Qual è la scelta giusta?Io non lo so.Da settimane sto tormentando la mia mente alla ricerca di una soluzione,ma proprio non ci riesco.Lascio a voi la domanda.E' giusto che Berlusconi diventi anche Big Berlusconi?Purtroppo l'unica certezza nella vita è prprio quella di non avere certezze.

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