domenica 26 dicembre 2010

La Federazione,lo Stato e la Costituzione

ARGOMENTO: Una Costituzione democratica per una Federazione Europea.



I 15 Capi di Stato e di Governo, riuniti a Laeken nel dicembre 2001, hanno istituito una Convenzione (quasi una Costituente) di 105 membri titolari (di cui 12 italiani), un centinaio di supplenti e 13 osservatori per redigere una bozza di Carta costituzionale europea. Iniziata il 28 febbraio 2002, la Carta è stata sottoposta alla discussione della Conferenza intergovernativa (Cig) nell'ottobre 2003, senza ottenerne l'approvazione per divergenze di vedute sul sistema di voto, sul ruolo del presidente del Consiglio europeo e del ministro degli esteri, della difesa, sulla composizione della Commissione (cons. dei ministri dell'UE), sul governo dell'economia. Le oltre 60 domande poste alla Convenzione si possono riassumere il quattro macro-questioni: 1. Ripartizione delle competenze tra UE e gli Stati membri; 2. Semplificazione del Trattati; 3. Statuto della Carta dei Diritti Fondamentali; 4. Ruolo dei Parlamenti nazionali all'interno della Federazione Europea.


"Il contesto poltico in cui si sono svolti i lavori della Convenzione-freddezza della maggioranza dei governi degli Stati membri verso il progetto europeista;gelosia dei paesi candidati per la riacquistata sovranità;diffidenza derivanti dalle confliggenti posizioni sull' Iraq- non ha certamente favorito l'elaborazione di soluzioni inequivocabilmente favorevoli al progresso e all'approfondimento dell'integrazione. Non deve dunque stupire, alla luce della temperie del momento, che la limitazione delle competenze dell'Unione sia una delle preoccupazioni principali cui in progetto di Costituzione risulta informato"
V.RANDAZZO , Quali indicazioni dal progetto di Costituzione?, in "Il Pensiero Mazziniano", n 4, 2003



"Si profila, allora, una Costituzione "vera"? Con le sue istituzioni intrecciate con quelle degli Stati Nazionali; con un sistema di diritti e di loro garanzie,a fruizione comune (e duale) dei cittadini europei; con un sistema di legittimazioni interdipendenti dall'ultimo comune della Gallie alla Roma-Bruxelles del Senato-Parlamento europeo; con una Corte di giustizia che esercita giurisdizione da "Stato costituzionale"? Si può dire che sia Costituzione vera nel senso che l'Ue,superando i sogni dei federalisti, non partecipa del fenomeno "unione di Stati" ma di quello,ben più invasivo, di unione di Costituzioni che si conunicano reciprocamente legittimitàm attraverso il diritto e attraverso canali differenziati ma interdipendenti con i popoli-popolo europeo. C'è anzi qualcosa in più: la possibile configurazione delle istituzioni dell'Unione come isttuzioni di garanzia reciproca tra le costituzioni europee (quelle di ciascuno Stato membro e quella dell'Unione). Non vi può essere, infatti, solitudine per la Costituzione europea in gestazione. Essa nascerà già inserita in un blocco di costituzionalià che comprende le Costituzioni nazionali degli Stati membri"
A.MANZELLA,Dalla Convenzione alla Costituzione , in "Il Mulino", n 409,5/2003


"Il merito della Convenzione fu di navigare abilmente controcorrente. Il progetto attribuisce all'Europa una personalità giuridica, rafforza il concetto di cittadinanza europea, estende i poteri del Parlamento, prolunga il mandato del presidente di turno, crea un ministro deglo Esteri, restringe il diritto di veto dei Paesi membri, introduce il criterio democratico della doppia maggioranza (Stati e popolazione), suggerisce l'itinerario per ulteriori progressi. Ma il 'salto di qualità' federale non c'è stato. Per alcune questioni fondamentali (esteri,difesa,fisco) vale ancora il principio di unanimità, sinonimo d'impotenza [...] Vi è spazio per qualche decisivo miglioramento? La risposta,purtroppo, è no"
S.ROMANO , L'Italia tra ambizioni e realismo, in Il Corriere della Sera 3/10/2003


"Preambolo della Costituzione EU:La nostra Costituzione si chiama democrazia perchè il potere non è nelle mani dei pochi,ma dei più. Eliminando il riferimento al 'primato della ragione' e alla 'tradizione illuministica', parimenti non si è voluto inserire un esplicito riferimento alle 'radici cristiane' dell'Europa, come avrebbe voluto il Papa Giovanni Paolo II [L'Europa o è cristiana o non è Europa], in considerazione delle diverse culture religiose europee. A questo proposito è stato scritto che tale richiesta...non si presenta infatti come un voler privilegiare la religione cristiana a discapito di altre religioni oggi presenti nel territorio europeo, ma [come un voler far] lievitare quell'umanesimo europeo formatosi tramite l'inculturazione cristiana dell'Europa che fu fenomeno di massa dei popoli insediati su tale territorio [...] L'inserimento nella Nuova Costituzione Europea del riferimento alle radici cristiane significherebbe, ancora una volta, tener conto della gente, di tutta la gente e non soltanto di una nuova classe di élites intellettuali"
V.GROSSI, Il riferimento alle radici cristiane...,in L'Osservatore Romano, 2/10/2003


"Nella bozza costituzionale, da un lato è cruciale 'il principio di un'economia di mercato aperta e in libera concorrenza', in un'ottica che è sempre stata essenzialmente presente nell'Unione fin dal suo esordio nel Trattato di Roma del 1957, istitutivo della CEE, dall'altro lato è centrale il 'valore' della 'solidarietà', solo recentemente assurto nell'Unione allo stesso,massimo, gradi di importanza della libertà, l'uguaglianza, la tolleranza o la giustizia, cui è perfino dedicato l'intero Titollo IV della Carta dei Diritti Fondamentali [...] La bozza costituzionale definisce i limiti e i modi dell'azione pubblica nel sistema economico, ispirandosi al principio, introdotto dal Trattato di Maastricht, di 'sussidiarietà', oltre che di 'proporzionalità' [...]: in presenza di fallimenti del mercato, laddove quelli della Pubblica Amministrazione non siano ancora maggiori, questa deve intervenire per correggerli [...] o per contrastarli [...] E' palesemente debole la coerenza interna della bozza costituzionale, laddove pone le politiche dell'occupazione fra quelle di mero coordinamento attraverso 'indirizzi di massima' da parte dell'Unione"
F. KOSTORID PADOA SCHIOPPA ,Efficienza e solidarietà, in Il sole 24 Ore, 5/10/2003







l 15 dicembre 2001 fu un giorno molto importante per la storia dell'UE.Sono stati,infatti,dichiarati vari obiettivi tra i quali:
  • Annessione di nuovi Stati all'UE;
  • Modifiche istituzionali apportate al fine di avvicinare il cittadino ad una rappresentanza europeista;
  • Maggiore centralizzazione di poteri al Parlamento europeo;

  • Stesura di una Costituzione.
Il raggiungimento di questi obiettivi,però,ha trovato varie complicazioni.Non è stata approvata il giorno in questione,fu respinto nuovamente nel 2003 dalla stessa Convenzione e fu abbandonato in via definitiva nel 2009.

Troppi cervelli insieme non funzionano bene,specie se i cervelli in questione vengono da paesi così profondamente diversi per usanze,culture e tradizioni.Ricordiamo che gli Stati membri dell'UE sono attualemente 27: Austria,Belgio,Bulgaria (ultima ad entrare insieme alla Romania il 1° gennaio 2007),Cipro,Danimarca,Estonia,Finlandia,Francia,Germania,Grecia,Irlanda,Italia,Lettonia, Lituania,Lussemburgo,Malta,Paesi Bassi,Polonia,Portogallo,Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia ed Ungheria.

Difficile mettere d'accordo 27 Stati,molti dei quali hanno passato secoli di storia a farsi guerra tra loro, e questa è la grande differenza tra l'Europa e gli Stati federali modello come il Canada, gli USA o l'Australia. In questi luoghi non c'è storia antica, non è mai esistito il Medioevo, non sanno nememno cosa sia il Sacro Romano Impero nè la Guerra dei Trent'Anni, per non parlare delle varie Leghe Sante, guerre napoleoniche, Guerre Mondiali o guerre di religione. Non c'è storia, no c'è memoria. In questi Paesi si è potuto,dunque, gettare le fondamenta èer una società totalmente nuova a differenza dell'Europa la cui storia ha portato a molte violenze. Purtroppo la tolleranza e il rispetto reciproco non fanno assolutamente parte della condizione umana, specie se gli esemplari di umani occupano cariche tanto elevate come addirittura europarlamentare, Ministro della Difesa Europea, Predisente del Consiglio Europeo o altro. Non chee in questo caso abbiano torto. I mega-Stati federali non anno portato a nulla di buono, ne è un esempio l'Unione Sovietica o anche l'attuale Federazione Russa con il suo immenso territorio devastato da lotte intestine. Riunire tante teste insieme sarebbe stato un autentico suicidio. Probabilmente, il pochi anni sarebbe scoppiata una grande Guerra Civile Europea: Stati del Nord da un lato, Stati del Sud dall'altro, forse il Reno o il Danubio come linea di confine. Pare essere di simile avviso il signor Randazzo che ha scritto il suo disappunto sul quadrimestrale Il pensiero mazziniano, titolo che suscita tanta tenerezza. Egli esplicita chiaramente che, per motivi personali sui potenti di turno e di divergenza su opionioni politiche, è socialmente impossibile attuare uno Stato Federale Europeo. Non vi è riuscita l'Unione Sovietica con i suoi mega-Stati che hanno preso tutta l'Asia, non vi è riuscita la Jugoslavia: il maresciallo Tito si rifiutò di divenire Paese-satellite dell' Urss. Fu espulso nel 1948 dalla Comunità di Stati dell'Est e creò, in collaborazione con il secondo Presidente della Repubblica egiziano Nasser e al Primo Ministro indiano Nehru, un blocco di quasi 100 paesi non-allineati. Alla sua morte nel 1980, molte rivolte nazionalistiche, in primis quella del Kosovo che non volle più essere regione serba per vie delle etnie albanesi ivi presenti (ricordiamo che la Serbia e l'Albania sono in perenne conflitto tra loro per vari motivi: relgiosi, cristiani ortodossi gli uni, musulmani gli altri e territoriali, gli albanesi rivendicano la loro appartenenza sul Kosovo, regione politicamente e geograficamente serba, in primis). Nacquero le guerre di etnie, l'Urss collassò, nel 1990 si sciolse la Lega dei Comunisti e vinsero le elezioni partiti nazionalisti che rivendicarono l' indipendenza, le prime regioni a dichiararsi autonome furono l'attuale Slovenia e la Croazia.Tutto ciò ha portato alla situazione non proprio florida del Balcani che conosciamo.

Tutto questo è storia, non sono opinioni personali o propaganda per qualche fazione politca, lungi da me un'idea del genere. Le ammucchiate non risolvono nulla. Persino all'interno della nazione stessa ci sono contrasti, basti pensare all' Eta in Spagna, alla Lega Nord e altri piccoli partiti secessionisti in Italia o alla Svizzera, nazione piccolissima che ha trovato in proprio equilibrio dividendosi in cantoni quasi indipendenti. Non è vera l'opinione dell'egregio S.Romano sul Corriere della Sera quando elogia la Carta Costituzionale Europea come un progetto futurista che avrebbe potuto accrescere il senso di unità tra i cittadini europei. Per quanto sia da rispettare, non è semplicemente vera. Lo Stato perfetto è federalista, dispiace per i tanti illusi che credono ancora in concetti obsoleti come unità, centralizzazione ed indissolubilità. Poc'anzi ho scritto che lo Stato federalista è uno Stato perfetto. Ora mi sono accorto della bestemmia che ho detto. Lo Stato perfetto è pura utopia. Ci sono, grossomodo, due tipi di Stato: centralista e federalista. Lo Stato centralista è men che perfetto per le ragioni già espresse;lo Stato federalista non sarebbe giusto in nessun caso: lo Stato Federale è un'unione di varie regioni autonome rappresentate da un organo centrale superiore per quanto concerne la politica di Difesa, la politica estera e la politica economico-monetaria. In poche parole, le Regioni possono far ciò che vogliono ma l'economia delle stesse è strettamente in mano ad un padrone, il quale (come vedremo dopo) non potrà essere imparziale per l'altro ruolo occupato, per ragioni campanilisitiche (favorirà senz'altra la Regione di provenienza)e perchè ha in mano l'economia, la cosa più importante.

Un qualsiasi Stato non è altro che un insiememe di person ricche, potenti, che ambiscono solo a gonfiare a dismisura il proprio ingente patrimonio.Questo è storicamente dimostrato. Non sono opinioni personali. Sono ben pochi gli esempi di Capi di Governo nella storia che non hanno salvaguardato prima i loro interessi. Saliti al potere sono tutti uguali esprimeva Machiavelli.
Non sono mai stato favorevole ad uno Stato. L'idea di uno Stato non s'accorda al mio cuore. E' collegato con molte difficoltà e ristrettezza mentale. Credo sia un male.Così diceva Einstein. Eeffettivamente, la sua osservazione non ha tutti i torti. L'idea di uno Stato non fa altro che partorire idee di diversità, di divisione. L'unità, la conformità di tante persone sonno un'unica testa, sotto un governatore, sotto un uomo di potere, un uomo qualunque che,per quanto possa avere buone intenzioni, non potrà governare con giustizia, non potrà mai non essere, seppur minimamente, corrotto. E questa è storia.Non sono opinioni personali.

Chi è favorevole ad uno Stato, è favorevole alla restrizione della porpria libertà. Poi ognuno la penserà come meglio crede. Purtroppo,la conferma di tutto questo (per gli scettici che ancora si rifiutano di arrivare all'equazione Stato=ingiustizia) arriva leggendo l'opinione del giornalista Grossi sull' Osservatore Romano,giornale spiaccatamente filoclericale. Grassi afferma che una Costituzione Europea come si deve ha da tener per forza conto delle origini cristiane del Vecchio Continente.In altre parole, vuol dire che la Costituzione di un eventuale Stato Federale Europeo, dev'essere incentrata sul Cristianesimo e chi ha un' altra fede si arrangi. Sembra di esser tornati al Medioevo, alle contese tra Imperatore e Papa, alla Controriforma. Poco importa delle minoranze all'interno di ogni Paese, già ripetutamente calpestate dal concetto di Stato. L'idea di enormi territori conformati si chiama globalizzazione, dal quale il Vaticano trarrebbe molto profitto. L'opinione di Grossi non è da prendere il considerazione. Non significa andar contro tale religione o tale credo, vuol dire non rispettare chi vuole imporre il proprio credo sugli altri a prescindere dalle idee religiose.

Ma torniamo al nostro discorso. Una Federazione Europea lederebbe molto pesantemente alle autonomie statali, le quali ledono a quelle regionali le quali ledono alle cittadine. La storia ci insegna che qualsiasi forma di Stato o di governo ha fallito. C'è sempre stata una frangia continuamente trascurata, una parte dimenticata o,spesso, calpestata. Non si riesce ad avere un'eguale distribuzione di diritti all'interno di una singola regione, figurarsi all'interno di uno Stato. Fichte diceva che il governo perfetto è quello di cui non se ne sente la mancanza in quanto ha adempito al ruolo di educare i cittadini ad un'indipendenza intellettuale, al rispetto reciproco, all'imperativo categorico di Kant. Il fatto che si sente il bisogno di avere uno Stato così mastodontico la dice lunga sulla coscienza degli uomini. Ma credo qui si vada oltre l'idealismo.

Lo Stato, in fondo, è una Chiesa, un luogo sacro dove si adora un dio con la D maiuscola. Ma quella D sta per denaro.E tutto questo è storia,non sono opinioni personali. Si rifletta prima di dichiarare la prorpia fedeltà ad un partito,ad una coalizione o ad una forma di governo.

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