mercoledì 3 ottobre 2012

Cori razzisti allo stadio? La colpa è di chi non denuncia

Come è noto a chiunque segua il calcio con una certa costanza, negli stadi si verificano ripetuti e ignorati episodi di razzismo. Ne sono vittima i "classici" neri e ebrei. Ma, oltre queste categorie "antiche", se n'è aggiunta un'altra: i meridionali.

Non mi scandalizzo; il razzismo anti-meridionale è stato il leitmotiv dell'unificazione italiana, le cose sono andate peggiorando nel corso di questi (ormai) 152 anni e non mi aspetto che un luogo frequentato generalmente da gente di ceto medio-basso venga esentato o risanato di punto in bianco.

Tuttavia, ci sono delle disparità, è in corso un vero e proprio complotto, così lapalissiane che è impossibile non spenderci qualche riflessione. Tutto il razzismo anti-meridionale viene vomitato, calcisticamente parlando, per la stragrande maggioranza sul Napoli, squadra di gran lunga più prestigiosa, più famosa e più forte di tutto il Sud.

Qualsiasi trasferta fatta dal Napoli da Roma in su (ho notato che ci sono casi anche all'interno stesso del Sud, ma non lo considero razzismo: è nient'altro che la Pura Essenza della stupidità, del provincialismo, della schiavitù soggiogata loro dai poteri nordisti che mirano a creare zizzania all'interno dei propri sudditi; una tristissima lotta tra poveri sulla quale non mi vorrei attardare maggiormente) è costellata da feroci striscioni e violenti cori, le cui parole non pronuncerò certo qui per non insozzare il blog. Sarà sufficiente, per chi desidera approfondire l'argomento, un giro per il web.

Il fenomeno è diventato abbastanza frequente da una ventina d'anni a questa parte e da allora non accenna a diminuire. Come un erbaccia che prolifera in una condizione di abbandono, questi episodi sono diventati ormai una consuetudine e nessuno (ripeto, nessuno) tra televisioni e giornali segnala i fattacci, né creano una campagna di sensibilizzazione. Solo alcune trasmissioni radiofoniche e siti internet (ma, ultimamente, si sono assuefatti anche questi) dedicati al Napoli ne parlano, oltre, ovviamente, i movimenti e blog meridionalisti (come quello di Angelo Forgione) che denunciano incessantemente il tutto.

Intendiamoci (inutile fare moralismo) : lo sfottò, in una logica di stadio ci sta benissimo. Ma, francamente, vedersi augurare una nuova eruzione del Vesuvio o una nuova epidemia di colera, mi pare un po' troppo.

Le televisioni tacciono, i giornali idem, il giudice sportivo è solo un ignobile razzista che punisce il Napoli per legittimi fischi all'inno con un atto incostituzionale e autarchico, e sorvola, chiude gli occhi e si tappa le orecchie ogni domenica. Vero, ma il cuore della questione è ciò che ho detto poc'anzi: le mancate denuncia da chi di dovere.

Ricordo il Governatore Enrico Rossi schierarsi in prima linea a difesa della sua terra quando una filiera annunciò che non sarebbe mai più tornata in Toscana; ricordo il portiere giapponese di una squadra francese uscire dal campo per proteste dopo aver udito i cori avversari inneggianti Fukushima; ricordo l'ex-giocatore nero del Messina, Zoro, prendere il pallone e uscire dal campo in risposta ai 'buuh' razzisti; ricordo il polverone sollevatosi per Balotelli.

Tutti questi episodi derivano da una denuncia dei diretti interessati: le associazioni ebraiche effettuano una sorveglianza costante di web e televisioni per denunciare insulti nei loro confronti. Perché i meridionali (in questo caso, i napoletani) non agiscono nella stessa maniera? Se questi episodi ci sembrano tanto gravi, eppure nessuno denuncia, nessuno dice una parole, perché dovrebbero smettere? Fossi al loro posto, penserei legittimamente che, evidentemente, non costituisce loro una grave offesa. Per cui vado avanti. E lo esporto all'estero (vedi Liverpool dell'Europa League di due anni fa): nessuno in Italia ha mai detto una parola, perché dovrebbero dirmi qualcosa all'estero? Evidentemente, non è un insulto, per loro.

E come mai vige quest'omertà, questo disinteresse? Dove sono i rappresentati di e del Napoli? Dov'è De Magistris, il sindaco? Dov'è De Laurentiis, il presidente del Napoli? Dov'è Paolo Cannavaro, napoletano, il capitano? Sono sordi? Sono ciechi? Sono strafottenti? Direi che la terza opzione sia la più probabile.

I primi complici dello scempio che avviene quasi ogni domenica sono i napoletani stessi. E sono loro gli artefici di questa denigrazione. Nietzsche diceva che non impedire che un male evitabile avvenga equivale a commetterlo. Il rispetto è un diritto acquisito solo nel linguaggio della retorica. Il rispetto va guadagnato, sempre.



Nessun commento:

Posta un commento