giovedì 6 gennaio 2011

La Rete, i social networks e Facebook. Così la profezia di Orwell è compiuta


Siamo ormai nel 2011, un'età impensabile per tantissimi. Nella storia del cinema e della letteratura si è sempre scritto o girato qualche libro o film con un titolo recante un anno molto lontano, in cui si descriveva un futuro bello e terribile al contempo. Mi vengono in mente 1984 scritto nel 1948, 2001:Odissea nello spazio girato nel 1968 ma ispirato a La Sentinella di Arthr Clarke scritto sempre nel 1948,oppure negli anni '40-'50 Io Robot di Isaac Asimov. Tutti hanno descritto un futuro lontanissimo per l'epoca, un futuro fatto da progresso sregolato, intelligenza artificiale più avanzata di quella umana, macchine che si ribellano,che provano sentimenti,che prendono il sopravvento sull'uomo,viaggi su Giove e altre pazzie impensabili anche ora. Tralasciando il significato intrinseco dei suddetti film o libri, la maggior parte delle cose descritte non ha avuto luogo. Ma io credo che ci sia stato un libro che ha previsto tutto questo.

Ovviamente mi sto riferendo a 1984. Ho già scritto un articolo corposo su questo aggiungendo anche la differenza con Brave New World di Huxley (per chi è interessato lo può trovare qui). Però non ho sottolineato molto un aspetto che a mio parere è importantissimo. Chi ha letto il libro può facilmente arrivare alla conclusione che Orwell ha previsto l'invenzione di telecamere e di televisioni e di usare le stesse come mezzo di lobotomizzazione di massa. Ma ancora più importante,a mio parere, è la funzione che avevano i teleschermi. Essi proiettavano l'individuo in una realtà virtuale ove poter essere sotto stretto controllo. I più tartassati da questo controllo tecnologico erano i membri del Partito Esterno i quali dovevano solo lavorare senza conoscere in alcun modo le funzioni e gli scopi del Ministero. I Membri del Partito Interno invece avevano il privilegio di spegnere i teleschermi quando volevano a patto che non superassero la mezz'oretta di spegnimento. Erano esenti solo coloro che avevano un ruolo e stretta collaborazione col Gran Fratello e gli ultimi della scala sociale, i prolet convinti che da loro non ci si poteva aspettare alcun tipo di ribellione. Notate differenza tra il romanzo e la realtà?

E' noto che la tv serve solo da strumento per rimbecillire la popolazione senza lasciar trasparire un minimo di cultura,salvo qualche film decente in via del tutto eccezionale. Il risultato di questo rimbecillimento generale è mostrato molto bene nel video postato nel precedente articolo che io non riesco a togliere dalla mente. La tv ha prodotto milioni di teste incapaci di pensare o di avere una propria autonomia, ha prodotto un'unica massa abnorme,informe,svuotata di tutto. Non è questione del singolo programma, è inutile fare l'ennesimo discorso qualunquista e improduttivo tipo:"è colpa del Grande Fratello","è colpa del Tg1","è colpa di Studio Aperto". E' un qualcosa di intrinseco alla tv, presente nel concetto stesso trascendentale. La televisione connette migliaia e migliaia di persone in un unico programma, un'unica frequenza amalgamandole benissimo qualunque sia il programma in questione. Tutto questo è noto a molti. Purtroppo,il mito di internet libero,della rete come unico mezzo di informazione libero è crollato. La rete non è affatto lbero,anzi, sta sostituendo la tv come mezzo di lobotomizzazione. Sono presenti siti dove si propone vera stupidaggine, ci sono siti nati al solo scopo di infastidire altri utenti, altri creati solo per diffondere insicurezza e stupidaggini. Internet, però, è anche cultura. Se fatto buon uso può davvero essere un potente mezzo.Purtroppo c'è un rovescio della medaglia.

Internet è costantemente controllato da forza dell'ordine che applicano censure passate sotto silenzio. Non appena un utente si registra su una piattaforma si attiva un meccanismo per cui il webmaster e la polizia postale si impropria dell'indirizzo IP dell'utente e quindi è facile risalire all'indirizzo e persino al numero di telefono, in casi estremi persino alla partita IVA,codice fiscale,codice iBan e numero di carta di credito. Nella gran parte dei siti su internet,specie i social networks, vige una vera e porpria dittarua da parte del creatore. Sui social network, erti a libera informazione e strumento di ribellione, c'è una censura tremenda e tutti sono sotto un infallibile controllo virtuale. Così facendo si ha sempre una popolazione mondiale,non italiana,sotto controllo e tutti registrati in modo da conoscere tutti i loro spostamenti. Una facile critica a questo mio commento sarà una cosa del genere:" E' un discorso generalizzante. In internet c'è lo sfigato che non ha nulla da fare,c'è la ragazzina stupida che cerca di flirtare con più ragazzi possibile,ma sui social network corrono anche molte informazioni che in tv non comprariranno mai. Molti hanno aperto gli occhi grazie ad informazioni prese dalla rete. Poi su Facebook e sui social network sono iscritti anche molti gruppi di sinistra e persino anarchici che non hanno sicuramente nulla a che fare con il governo attuale". Rispondo immediatamente.

Non metto in dubbio che Facebook,come ogni altra cosa al mondo,ha i suoi lati negativi e positivi. E' un mezzo spersonalizzante e massificante, il trionfo della globalizzazione made in USA. Inoltre è una società a scopo di lucro, ogni utente,ogni post è un guadagno in termini monetari per i proprietari. Inoltre non discuto che qualche persona con idee non da buttare si possa iscrivere,ma nel qual caso sarà controllato come una pedina. Vorrei sorvolare il discorso sui rivoluzionari da Facebook,bamboccioni ridicoli,che si riempiono la bocca con parole di cui non conoscono il significato e vogliono fare i ribelli estremisti perchè "fa figo" tappezzare la loro pagina con gigantografie di Chè Guevara o di Mussolini, ma persone che vogliono far qualcosa di serio non perdono certo il loro tempo su Facebook. Se per caso si iscrive qualcuno di potenzialmente pericoloso,è comunque sotto strettissimo controllo e,anzi, sarà un mezzo in più di identificazione.

Così è compiuta la profezia di Orwell con un misto di Huxley e di Asimov. Tutti sotto stretto controllo,nessuna via di fuga e la cosa più grave è che gli utenti si iscrivono "per loro volontà" senza nessuna coercizione. Invece la loro volontà non esiste. E' distrutta da ore di tv,di fiumi di parole sui gionali sulla fama di Facebook e di come possa essere "utile ed importante". Il vero profeta sulle sorti dell'umanità non è Gesù nè tanto meno Maometto. E' Orwell. Stanno comprando tutto e tutti. Il sistema inglobante e massificante per paura di una popolazione unita.

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