lunedì 28 novembre 2011

Derubata la fidanzata di Lavezzi. Come al solito, i maestri dell'odio scatenano un putiferio dal niente.

Brutto incidente ieri per la fidanzata di Ezequiel Lavezzi, acclamato giocatore del Napoli. Dei malviventi l'hanno avvicinata con un'arma da fuoco e le hanno preso il suo Rolex che portava ingenuamente al polso.

La ragazza ha poi completato l'opera scrivendo un tweet su twitter in cui esclamava: "Napoli città di m###a" e minacciando di portar via Lavezzi da Napoli appena le succede qualcosa ad un altro internauta che le aveva intimato di moderare i termini. Dopo un po' sono arrivate le solite scuse ipocrite e forzate.

Forse questo è bastato a placare molti napoletani che sono ben abituati alle sceneggiate e alle lacrime, ma è difficile non nutrire ancora dei dubbi al riguardo: non è, infatti, la prima volta che la famiglia Lavezzi abbia esternato dei sentimenti non proprio positivi nei confronti della città in cui abitano da quasi 6 anni.

Ci si riferisce, ovviamente, alla battuta infelice di Lavezzi al termine della partita Manchester City- Napoli, prima partita del Napoli in Champions League del dopo-Maradona. L'attaccante argentino, alla domanda che chiedeva se si aspettava la folla al rientro notturno a Napoli, ha risposto sorridendo:"No no, la gente deve lavorare" pur sapendo di trovare un bagno di folla. E infatti così è stato.

Ma allora era solo una battutina infelice e molti non se n'erano nemmeno accorti. Poteva anche essere un eccesso di permalosità. Questa volta la cosa è ben diversa: la fidanzata di Lavezzi ha subito un'esperienza difficile ed è ovvio dire cose che non si pensano, ed è comprensibile che abbia avuto una reazione spropositata.

Ma le reazioni sono, per definizione, improvvise ed immediate. Se la signora Lavezzi ha avuto il tempo di accedere ad internet da qualsiasi postazione, di digitare l'indirizzo di twitter e di postarne uno allora vuol dire che la sua lucidità era recuperata da un pezzo.

E, nella sua lucidità riguadagnata, ha anche ribadito il concetto in un altro tweet. E allora non si può più parlare di reazione. E' un pensiero latente in lei (loro) che ha avuto modo di esternare
in una situazione così brutta. E la signora Lavezzi ha le sue ottime ragioni per pensare tutto questo. Solo che le vorrei portare alla memoria alcuni eventi passati sotto silenzio dai media:
  1. Phillpe Mexes, giocatore francese in forza al Milan, quando giocava nella Roma venne rapinato della sua auto e dei suoi soldi. Nessuno ne parlò. Né Mexes né un famigliare si sognò di dire che Roma era una città di m###a.
  2. Lucio, giocatore brasiliano in forza all'Inter, venne rapinato della sua auto appena arrivato a Milano. Nessuno ne parlò. Né Lucio né un famigliare disse che Milano era una città di m###a.
  3. Sempre a Milano, l'ex calciatore Bobo Vieri, pilastro della squadra dell'Inter negli anni '90-inizio 2000, venne rapinato dell'auto. Nessuno seppe nulla. Né Vieri né un suo famigliare disse che Milano era una città di m###a, anzi vi rimasero a lungo.
  4. Francesco Totti, totem della Roma, giocatore che non ha mai cambiato maglia da inizio carriera trovò il parabrezza dell'auto frantumato. Nessuno ne parlò. Né Totti né un famigliare disse che Roma era una città di m###a, anzi ci rimarrà a lungo.
  5. Udite udite, la sorte vuole che anche nella civile e signorile Firenze sia capitato un furto! Gabriel Batistuta, fenomeno argentino degli anni 90, ex Fiorentina, Roma e Inter non ritrovò più le scarpette negli spogliatoi. Nessuno ne parlò. Nessuno disse che Firenze era una città di m###a.
  6. Bruno Conti, storico calciatore romano, eroe del secondo scudetto romanista, venne rapinato ancora una volta a Roma. Nessuno ne parlò. Né Conti né famiglia disse che Roma era una città di m###a.
  7. Clarence Seedorf, giocatore pilastro del Milan, ritrovò la propria casa a Milano saccheggiata per ben due volte, tanto da essere costretto a traslocare. Nessuno disse nulla. Né Seedorf né famigliari dissero che Milano era una città di m###a.
  8. Mirko Vucinic, giocatore montenegrino, ex Roma approdato alla Juventus quest'estate ricevette il caloroso benvenuto della città con un bello scippo dell'orologio. Nessuno disse niente. Né Vucinic né famigliari dissero che Torino era una città di m###a, e lui era appena arrivato.


Questo è un piccolo elenco delle disgrazie accadute agli altri giocatori. Non ho incluso il fatto dello scippo "minore" ad un ex giocatore dell'Inter, Andreas Brehme accaduto il 19 ottobre scorso e della famigerata vicenda di Dino Zoff, portierone della nazionale italiana di calcio negli anni 80, minacciato con una pistola insieme alla moglie.

Ovviamente nessuna di queste notizie ha fatto scalpore come il furto di un Rolex alla moglie di Lavezzi. E vorrei sottolineare i trattamenti diversi delle vittime e dei giornali: la fidanzata di Lavezzi, appena tornata a casa, anziché fare una normale e civile denuncia ai carabinieri del fattaccio, ha gettato il tutto in pasto all'opinione pubblica e a giornalisti sciacalli che marciano sopra le disgrazie napoletane per mancanza di notizie.

Proprio questi ultimi hanno completato l'opera con la maestria tipica di chi è abituato a certe cose. La signora Lavezzi, insieme al marito, ha di proposito infangato una città che l'ha resa dea. I coniugi Lavezzi sono chiaramente trattenuti a Napoli solo dai milioni di euro sborsati annualmente nelle loro tasche e Ezequiel gioca palesemente con il naso otturato, tipico del mercenario. Non lo criminalizzo, anzi, lo giustifico e credo che non sia il solo, ma almeno gli altri hanno la professionalità di tenere per sé le proprie opinioni.

I coniugi Lavezzi sono stato amalgamati, loro malgrado, nella rete di pregiudizi e di inferno mediatico creato dal tg su Napoli e i napoletani e questo furto è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Se esistesse un po' di dignità nel calcio, oltre al business, Lavezzi dovrebbe essere cacciato immediatamente dalla società e i tifosi dovrebbero fischiare ogni qualvolta tocchi il pallone. Ma non avverrà mai, purtroppo.



Ma io non vorrei parlare di calcio, perché non sono un intenditore e perché non vorrei che si riducesse a chiacchiere da bar sport. Vorrei soffermarmi sull'ennesimo polverone creato da sciacalli come Mario Adinolfi e persino gli speaker di Radio Rtl 102.5 che criminalizzano Napoli e tutto il Sud in generale sostenendo addirittura che in metropoli quali Milano e Roma certe cose non succedono.

Ebbene io vorrei ricordare che, stando ai dati di Sette, il mensile del Corriere della Sera (giornale milanese!) secondo i quali Milano e Roma sono ai primi due posti in fatto di furti in appartamento, seguite da Torino, Napoli e Firenze, con il capoluogo toscano peggior città italiana rispetto al bilancio del 2009, mentre Napoli è in netto calo.

L'Associazione Nazionale Forze di Polizia riporta Milano e Roma come maglie nere di città pericolose, seguite da Torino e da Napoli. Roma in quest'anno solare ha visto il riaprirsi di una faida tra bande camorriste con un attivo di già 30 morti per omicidio accertati. Secondo il rapporto sulla criminalità del Ministero dell'Interno Napoli e Catania sono le prime per numero di scippi, ma nei borseggi Napoli è ben dietro Venezia, Roma, Firenze, Torino, Milano e Genova con Bologna maglia nera, statistica contestata dal Il Sole 24 ore che vedrebbe Milano più pericolosa di Bologna e Genova.


Senza contare ovviamente le frodi fiscali, che ritrovano la patria nel profondo Nord, in Lombardia e in Veneto in particolare. Il Sito parmatoday.it ha appena pubblicato uno studio secondo il quale, tra le 20 città di pericolose d'Italia, ben 17 sono del Nord. I dati riportati dal vergognoso Adinolfi di 88 omicidi a Napoli, si basano su dati del 2005, anno in cui è scoppiata una faida interna tra il clan Di Lauro e gli scissionisti di Secondigliano.

Come si può facilmente evincere da questa piccolissima porzione di prove, statistiche e dati che vi do, il vero problema è il pregiudizio, fomentato da gente che si lecca i baffi appena può fare il titolone (con complicità di membri esterni, vero signora Lavezzi?), della stessa risma di coloro che esultavano alla notizia del terremoto all'Aquila.

Ripensate a tutto ciò che credevate di sapere su Napoli e sul Sud in generale. Abbiate uno scatto di dignità. Riflettete su certe cose. Lo stereotipo di Napoli e Sud come gironi infernali sono figli di uno Stato criminale e assassino che ci tiene in scacco da 150 anni e ci succhia il sangue, la vita, la cultura e il lavoro.

Credete solo a ciò che vedete con i propri occhi, non a certi individui che si spacciano per giornalisti. I peggiori nemici dei napoletani sono i napoletani stessi, lo dico sempre.

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