Un giovinetto sui quindici anni, bello, biondo, ricciuto, dalle fattezze delicate e che a tutt'i segni pareva di gentile lignaggio [...] s'era salvato per un prodigio e, avendo trovato una camicia e un paio di pantaloni fra le macerie, li aveva raccattati per vestirsi. Arrestato (per sciacallaggio)... andava chiamando invano "mamma! mamma!". Il buon maggiore guardò la creatura supplichevole, guardò i carabinieri accigliati [...]. Si voltò dall'altra parte e ordinò:"Fate il vostro dovere", riferisce un cronista e testimone, Giovanni Alfredo Cesareo. Fucilato!
Un vecchio si avvicinava piangendo a un gruppo di soldati "richiede d'aiuto, perché la sua figliola gemeva viva ancora sotto le macerie. Non possiamo - gli risposero: Aspettiamo il nostro capitano", riferisce Longo. E poi: "Gemeva la famiglia Borzì, sotto le macerie [...] i genitori e altri figli erano ancora in condizioni tali da poter essere salvati [...]. Un ufficiale di fanteria li sentì - li vide ed ebbe l'empio coraggio di andare oltre, mormorando: Ho da fare".
Goffredo Bellonci, del "Giornale d'Italia", racconta di "un vecchio bianco, curvo, con gli occhi aridi e un tight frusto" che "domanda ad ogni minuto", all'onorevole Micheli (uno dei veri eroi civili, di quel disastro, per quanto bene fece, al fine di risollevare le condizioni e il morale dei sopravvissuti):"Mi dà il permesso di prendere mio figlio?". Il corpo del ragazzo è sotto le macerie e il padre non vuole che imputridisca sotto la pioggia, vorrebbe almeno rispettare i resti. Ma nemmeno l'onorevole può contraddire l'ordine del generale Mazza, il vecchio rischierebbe d'essere giustiziato sul posto. Nel muto imbarazzo dell'interpellato, l'uomo continua la sua cantilena:"Mi dà il permesso, onorevole?". Il giornalista si allontana sconvolto.
"Lasciate che io riveli la miseria di questa spedizione governativa, che non ha provveduto a nulla e a nessuno [...] sono morti di inazione e di soffocazione parecchie migliaia di uomini sepolti". Il Duca di Genova arrivò a Messina tre giorni dopo il sisma, "con a bordo 3200 uomini di truppa, barelle e altra roba, scarsa sì, ma di pronto soccorso", annota Longo: ma nessuno e niente scese dalla nave, per tre giorni, perché il generale Mazza non aveva completato i suoi piani.
Un cronista narrò che i superstiti di Villa San Giovanni tentarono invano, per giorni, di attirare l'attenzione di possibili soccorritori:" Passavano navi italiane, si gridava, si tiravano fucilate: esse proseguivano. Era l'esclusione totale dal mondo dei viventi, mentre i feriti gemevano, i morti imputridivano.... Cinquecento persone di più sono morte per mancanza di soccorsi".
Fonte: Pino Aprile, "Giù al Sud".
venerdì 28 dicembre 2012
giovedì 20 dicembre 2012
Mail inviata a Striscia la Notizia
Ho inviato questa mail di protesta all'indirizzo:
gabibbo@mediaset.it
per l'indecente drammatizzazione effettuata ai danni dei napoletani.
Vi invito a fare lo stesso.
Gentile Redazione di Striscia la Notzia,
gabibbo@mediaset.it
per l'indecente drammatizzazione effettuata ai danni dei napoletani.
Vi invito a fare lo stesso.
Gentile Redazione di Striscia la Notzia,
Sono rimasto alquanto deluso dopo aver preso visione dello spezzone mandato in onda durante la puntata del 19 dicembre 2012 a proposito dei furti nei parcheggi al supermercato. Siete partiti con un intento nobile: mettere in guardia persone vulnerabili e ingenue, come le persone anziane, da truffatori da due soldi. E poi? Cosa è successo? Siete caduti come pere cotte sulla drammatizzazione dei suddetti furti, vi siete autoimprigionati in pregiudizi e luoghi comuni che una televisione vista da tutti gli italiani come voi non può permettersi.
Era proprio necessario far parlare in napoletano i truffatori e in milanese le vittime? Per qualche motivo avete fatto tutto ciò? Era così difficile assumere dei doppiatori con un neutro accento italiano? Io non credo ai complottismi, però sono cose che mi danno da pensare; cose che dicono che gli italiani non sono ancora tutti uguali; cose che testimoniano ancora dei tentativi di denigrazione e di diffamazione degli uni rispetto agli altri. Ripeto la mia delusione nei vostri confronti.
Buona serata.
lunedì 17 dicembre 2012
Il decreto di Ferdinando I di Borbone sull'immigrazione del 17 dicembre 1817
Ecco il decreto promulgato il 17 dicembre 1817 da Ferdinando I sull'immigrazione all'interno del Regno Delle Due Sicilie. Anche qui il Sud era avanti anni luce rispetto alle altre nazioni anche dell'attuale Italia.
“Ferdinando I, Per la grazia di Dio, Re del Regno delle Due Sicilie, di Gerusalemme, Infante di Spagna, Duca di Parma, Piacenza, Castro, Gran Principe ereditario di Toscana”, è la sequenza dei titoli che precedono il testo della legge che, sin dal preambolo, chiarisce che a poter beneficiare della concessione della cittadinanza potranno essere solo chi è utile allo Stato: “Volendo dare un attestato della nostra benevolenza verso di quegli stranieri i quali pe’ loro talenti, pe’ loro mezzi, o per via di contratti vincoli si rendono giovevoli allo Stato, con accordar loro il godimento di quei diritti, che dalla naturalizzazione risultano …Abbiamo risoluto di sanzionare, e sanzioniamo la seguente legge”.
Nell’articolo I si precisa che “potranno essere ammessi al beneficio della naturalizzazione del nostro regno delle Due Sicilie”, nell’ordine:
1. Gli stranieri che hanno renduto, o che renderanno importanti servizi allo Stato;
2. Quelli che porteranno dentro lo Stato de talenti distinti, delle invenzioni, o delle industrie utili;
3. Quelli che avranno acquistato nel regno beni stabili, su i quali graviti un peso fondiario almeno di ducati cento all’anno.
Al requisito indicato né suddetti numeri 1, 2, 3 debbe accoppiarsi l’altro del domicilio nel territorio del regno almeno per un anno consecutivo.
4. Quelli che abbiano avuta la residenza nel regno per dieci anni consecutivi, e che provino avere onesti mezzi di sussistenza; o che vi abbiano avuta la residenza per cinque anni consecutivi, avendo sposata una nazionale.
lunedì 3 dicembre 2012
Il manifesto di Donatella Galli NON è un fake
Ha fatto il giro del web questo manifesto apparso dopo il commento della leghista Donatella Galli su Facebook in cui inneggiava al Vesuvio, all'Etna e al Marsili per far scomparire il Sud:
Arriva pronta la rettifica della diretta interessata, minacciando anche battaglie legali contro chi ha preso la sua foto, modificata e distribuita. Non voglio entrare nel merito delle frasi, considerate vergognose e inqualificabili da chiunque sia sano di mente e con un briciolo di cultura e umanità. Ma si è davvero certi che questo sia un "fake"?
Analizzando ogni frase del manifesto si ottiene tale riscontro:
- Io sono una BASTARDA leghista e me ne vanto: frase che non sorprende nessuno che conosca bene la Lega, anzi, in piena sintonia con il linguaggio rozzo intrinseco nell' "ideologia" leghista;
- Voglio che il Vesuvio e l'Etna facciano una strage di meridionali: su Facebook, sotto l'immagine satellitare ritoccata di un'Italia senza il Sud, commentò:"Forza Etna, forza Vesuvio, forza Marsili". Il commento è veritiero, concreto e verificabile al 101%, quindi non c'è proprio nulla di falso;
- I meridionali per me come erano gli Ebrei per Hitler e vanno messi nei forni: questa è l'affermazione che più potrebbe far riflettere: sarebbe un vero suicidio politico-giudiziario inneggiare Hitler e alla Shoa in un manifesto pubblico. Una volta che il sangue sia defluito dal cervello, si potrebbe ragionare e perdere la fede dell'autenticità del manifesto. Vorrei, però, ricordare che stiamo parlando della Lega, partito anticostituzionale, palesemente xenofobo e razzista che siede in Parlamento in barba a qualsiasi norma civile, morale, culturale e giuridica. Inoltre, da un partito che pubblicò un manifesto (autentico al 100%) come quello riportato a fianco, ci si può aspettare di tutto:
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In conclusione:
Dov'è il falso? Dove sono le bugie? Si può dire che non l'ha creato di proprio pugno e di non spontanea volontà, ma i medesimi concetti sono stati ribaditi numerosissime volte sia da lei che dai suoi colleghi. L'affermazione riguardate Hitler è anch'essa veritiera in quanto solo una diretta conseguenza delle sue parole.
venerdì 30 novembre 2012
La diffidenza e il pregiudizio Piemontese descritti anche nel Gattopardo
La concezione del Sud posseduta da chi pretende di essere chiamato patriota, la freddezza, la diffidenza, il pregiudizio degli "illuminati governatori", degli "amanti della libertà" piemontese è ben descritta in molti testi e in molti documenti. Nella varia letteratura, vorrei farvi leggere questo estratto del Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa:
"La corriera giunse sul far della notte con la sua guardia armata a cassetta e con lo scarso carico di volti chiusi. Da essa discese anche Chevalley di Monterzurolo, riconoscibile subito dall'aspetto esterrefatto e dal sorrisetto guardingo; egli si trovava da un mese in Sicilia, nella parte più strenuamente indigena dell'isola per di più, e vi era stato sbalzato dritto dritto dalla propria terricciuola del Monferrato. Di natura timide e congenitamente burocratica si trovava molto a disagio.
Aveva avuto la testa imbottita da quei racconti briganteschi mediante i quali i Siciliani amavano saggiare la resistenza nervosa dei nuovi arrivati e da un mese individuava un sicario in ciascun usciere del proprio ufficio ed un pugnale in ogni tagliacarte di legno sul proprio scrittorio; inoltre, la cucina all'olio aveva da un mese posto in disordine le sue viscere.
Adesso se ne stava lì, nel crepuscolo, con la sua valigetta di tela bigia e guastava l'aspetto privo di qualsiasi civetteria della strada in mezzo alla quale era stato scaricato; l'iscrizione "Corso Vittorio Emanuele" che con i suoi caratteri azzurri su fondo bianco ornava la casa in sfacelo che gli stava di fronte, non bastava a convincerlo che si trovasse in un posto che dopo tutto era la sua stessa nazione;
e non osava rivolgersi ad alcuno dei contadini addossati alle case come cariatidi, sicuro di non essere compreso e timoroso di ricevere una gratuita coltellata nelle budella sua che gli erano care benché sconvolte. [...]
A cena mangiò bene per la prima volta da quando aveva toccato le sponde sicule, e l'avvenenza delle ragazze, l'austerità di Padre Pirrone e le grandi maniere di Don Fabrizio lo convinsero che il palazzo di Donnafugata non era l'antro del bandito Capraro e che da esso sarebbe probabilmente uscito vivo; ciò che più lo consolò fu la presenza di Caviraghi che, come apprese, abitava lì da dieci giorni ed aveva l'aria di star benissimo ed anche di essere un grande amico di quel giovanottino Falconieri, amicizia questa tra un siciliano ed un lombardo che gli apparve miracolosa"
lunedì 22 ottobre 2012
Email inviata all'Odg del Piemonte per chiedere la radiazione di Giovanni Amandola
Ho invitato questa email all'Ordine dei Giornalisti del Pimonte. Vi invito a farlo anche voi all'indirizzo info.ordine@odgpiemonte.it
Buonasera,
Se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a euro 2065.
Se l'offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore ad euro 516.
Se l'offesa è recata a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, o ad una sua rappresentanza, o ad una Autorità costituita in collegio, le pene sono aumentate. »
Buonasera,
sicuramente non sono l'unico che vi scrive per discutere del medesimo argomento; di certo avete avuto tutto il tempo di esaminare l'accaduto. Non occorre che mostri altri video che riprendano la vergognosa gaffe di Amandola.
Credo, però, che i primi ad essere danneggiati, alla fin dei conti, siate voi, dell'Odg Piemonte. Di sicuro, il vostro collega è solo una mela marcia in una rispettabile cassetta, come accade dappertutto. Non volete far sì che questa "macchia" venga lavata? Non considerate offensivo, anche e soprattutto per la vostra categoria, che un tale frustrato condivida la nomea di giornalisti con eroi del calibro di Giancarlo Siani e, anche se non propriamente, Peppino Impastato?
La Rai già se n'è lavata le mani sospendendolo, voi fate di più: radiatelo dal vostro Ordine. C'è tanta brava e operosa gente finita disgraziatamente licenziata per inezie; non posso credere che la stessa sorte non la condivida lui che se la merita più di chiunque altro.
Io vorrei ricordarvi due avvenimenti:
1) Le Guerre Jugoslave iniziarono proprio in uno stadio. Onde evitare di finire come in quei tragici giorni, bloccate sul nascere certi cori idioti e date un segnale forte, una punizione esemplare, che serva d'ammonimento a tutti i facinorosi, agli ignoranti e ai violenti invitandoli a scaricare le proprie frustrazioni altrove e in altri contesti. Questo sarebbe un grande passo avanti per un'Italia unita e migliore.
2) Tenete presente questa norme del Codice Penale: Art. 595 del Codice Penale:
« Chiunque, fuori dei casi indicati nell'articolo precedente, comunicando con più persone, offende l'altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a euro 1032.Se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a euro 2065.
Se l'offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore ad euro 516.
Se l'offesa è recata a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, o ad una sua rappresentanza, o ad una Autorità costituita in collegio, le pene sono aumentate. »
Il minimo che possiate fare è una radiazione. Fatelo per voi stessi e per tutti gli abitanti dell'Italia.
Grazie per l'ascolto
sabato 13 ottobre 2012
Ecco la mail spedita dal sottoscritto per protestare contro Mimmo Pesce, pupazzo anti-napoletano di 7Gold
Ecco la la mail spedita dal sottoscritto per protestare contro Mimmo Pesce, il pupazzo anti-napoletano creato da 7Gold. Vi invito ad imitarmi scrivendo a direttastadio@7gold.tv.

Gentile Redazione,

Gentile Redazione,
Non sono un appassionato della vostra trasmissione, ma non disprezzo qualche video preso a caso dal web per fare due sane risate sulla follia del tifoso medio italiano. I commentatori-tifosi della vostra trasmissione sono naturali, sono genuini, spontanei, anche divertenti. E non capisco perché questa norma non debba essere estesa anche al Napoli.
Veda, io non sono tifoso acceso del Napoli, ma solo un profondo amatore della Storia e della Cultura del Sud Italia intero e, quando gioca il Napoli, gioca la mia Capitale e la sua rappresentanza. Come al solito, appena si tocca il Sud (in questo caso la sua squadra più famosa, forte e titolata) si prescinde da qualsiasi valore sportivo e si sfora nel sociale e, nel 90% dei casi, nel razzismo assolutamente fuori luogo. Un emblema che dimostra la veridicità delle mie parole è il "tifoso" del Napoli che avete ingaggiato in studio, tale Mimmo Pesce. Ho ragione di credere che costui sia un burattino creato ad hoc per screditare la Storia e il Popolo di Napoli, già sufficientemente martoriati dalla storiografia ufficiale fascio-savoiarda e dalle televisioni.
Posso dire che nessuno (e, ripeto, NESSUNO) dei tifosi del Napoli con i quali ho assistito ad una partita sia così forzato e strambo nei movimenti e nelle esultanze. Per non parlare del peperoncino, delle cornucopie e degli altri oggetti scaccia-jella presenti della cultura napoletana, ma qui banalizzati e sdoganati secondo ogni parametro stereotipato, per soddisfare ogni cliché possibile. Se a questo, poi, aggiungiamo che il "tifoso" del Napoli sia l'unico che si alza, urli, crei scompiglio in studio come un giullare alla corte di un re deviato, allora lasciatemi dubitare della buona fede sia vostra che sua.
"I soldi fanno tornar la vista ai ciechi" si dice dalle mie parti e mai occasione fu tanto adeguata ad esprimere un proverbio. Costui non conosce niente né di Napoli né del Napoli; si è calato le braghe inanzi ai forti poteri (del Nord), ha venduto la sua Tradizione, la sua Cultura e la sua Storia per trenta denari (ma la cifra intascata sarà senz'altro molto più elevata ) e voi avete alimentato e aizzato questo ascaro. Io non voglio assolutamente sforare dal tema calcistico (come fate voi) e decido di fermarmi qui e risparmiarvi la storia della denigrazione ai danni dei napoletani che si protrae dai tempi di Ferdinando II di Borbone.
Però ho bisogna di fare una richiesta: torniamo a parlare di calcio. Lasciamo stare il resto. La vostra è una trasmissione calcistica e non ha alcun diritto di offendere e denigrare la storia mia e del mio popolo. Vi state comportando come la peggior diffusione cortigiana di regime, siete uno strumento in mano ai padroni per ridicolizzare e attentare alla dignità del nemico. Cortesemente, dite a Mimmo Pesce di darsi una calmata e di comportarsi come tutti gli altri in studio. Cortesemente, fermate questo pupazzo.
Grazie per l'ascolto.
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